L’approccio chirurgico robotico non è più certo una novità assoluta in campo medico. Viene oramai utilizzato da oltre 20 anni con risultati eclatanti in termini di efficacia ed efficienza in tutti gli ambiti operatori, sia in termini di dati oncologici, ricostruttivi, di degenza e recupero post-operatorio, etc

Certo negli anni il miglioramento di queste macchine è stato importantissimo raggiungendo oggi la possibilità di intervenire tramite un unico “buchino” alla cavità addominale del paziente pur mantenendo la possibilità di inserire tutti gli strumenti necessari all’intervento stesso.

Ciò su cui il paziente che si approccia a interventi di tale entità manifesta ancora un po’ di confusione è che l’intervento NON VIENE ESEGUITO DAL ROBOT!
Il robot è uno strumento che agevola l’operato del chirurgo. E’ quindi l’operatore che muove i ferri robotici ed è come se si trovasse dentro all’addome del paziente grazie all’utilizzo di un sistema a doppia telecamera che da la possibilità di avere una visione tridimensionale magnificata fino a dieci volte. L’eliminazione del tremore intenzionale inoltre migliora sicuramente la precisione del chirurgo sia nella fase demolitiva che nella fase conservativa e ricostruttiva.

Per tutti questi motivi è corretto parlare di intervento chirurgico robot-assistito. Il robot aiuta, ma è il chirurgo che con la sua esperienza fa la differenza.

La mia fortuna è stata quella di essere iniziato, sin dai primi passi mossi in ambiente urologico oramai quasi 15 anni fa, alla chirurgia robotica, pur senza tralasciare il classico background a cielo aperto.

Da qui nasce il mio desiderio di trasmettere sin da subito ai nostri giovani urologi in formazione, ma anche ai nuovi specialisti, la disciplina robotica e i suoi trucchetti per rendere ottimale l’utilizzo di queste macchine anche per i più giovani.

Nel nostro gruppo abbiamo la possibilità di lavorare con quattro giovani urologi in formazione e questo mi da la possibilità di crescerli quanto più possibile.
Il sistema robotico Da Vinci dispone della possibilità di mostrare su schermo touch i passaggi operatori ai colleghi in console, nonché della possibilità di esercitarsi in qualunque momento su un simulatore connesso al robot stesso.
Infine è l’unico sistema che permette di lavorare contemporaneamente su una doppia console come su un’auto di scuola guida

Ecco come tutto ciò agevoli l’insegnamento e la crescita anche degli urologi più giovani, elemento fondamentale visto che l’abilità chirurgica robotica dipende dal chirurgo e non dalla macchina e che l’intervento è “solo” ROBOT-ASSISTITO!

Dott. Lorenzo Gatti medico chirurgo urologo andrologo