L‘iperplasia prostatica benigna (IPB) è una condizione urologica comune caratterizzata da un progressivo aumento delle dimensioni della ghiandola prostatica. È una malattia dell’invecchiamento, che colpisce il 40% degli uomini 50enni e il 90% degli uomini oltre i 90 anni. In una grande percentuale di pazienti con IPB, l’allargamento della prostata provoca ostruzione urinaria con un impatto significativo sulla qualità della vita ed un notevole onere socioeconomico in quanto rappresenta il disturbo urologico più comune.
Attualmente la gestione dei disturbi urinari da ipertrofia prostatica include approcci conservativi (vigile attesa e le modifiche dello stile di vita), la terapia farmacologica e l’intervento chirurgico. Tuttavia, la farmacoterapia può produrre un sollievo dai sintomi insoddisfacente e può essere associata ad effetti avversi come problemi di pressione arteriosa, stanchezza e disturbi sessuali.
L‘intervento chirurgico rimane il trattamento cardine di questo problema clinico. Oggi esistono varie tecniche chirurgiche tra cui il trattamento laser ad olmio, il green laser, gli UroLift, l’embolizzazione prostatica, tuttavia la resezione transuretrale della prostata (TURP) è ancora considerata l’intervento standard di riferimento seppur non scevro da limiti: l’eiaculazione retrograda (65%), la disfunzione erettile (10%), la stenosi uretrale (7%), l’infezione urinaria (4% ), sanguinamento che richiede trasfusione (2%) e incontinenza urinaria (2%). Inoltre, richiede l’uso di anestesia generale o spinale e comporta una degenza ospedaliera media di 2 giorni. Per migliorare questo, sono state sviluppate diverse procedure minimamente invasive con l’obiettivo di fornire strategie chirurgiche alternative alla TURP. Tra queste vi è il sistema Rezum, una nuova procedura ablativa, che ha suscitato crescente attenzione da quando ha ricevuto Approvazione della Food and Drug Administration (US FDA) degli Stati Uniti nel 2015, vista la comprovata efficacia, sicurezza e durata nel tempo.
Contrariamente ad altre procedure minimamente invasive che utilizzano il trasferimento di calore conduttivo, il meccanismo d’azione del sistema Rezum utilizza i principi del trasferimento di calore convettivo che sfrutta le proprietà termodinamiche dell’acqua, infatti l’energia termica è prodotta sotto forma di vapore acqueo. Il vapore acqueo viene erogato attraverso un ago per il vapore che viene inserito nella zona dell’adenoma prostatico e si diffonde uniformemente in tutto il tessuto bersaglio. Al contatto con i tessuti a temperatura corporea, il vapore acqueo si condensa portando alla cosidetta necrosi cellulare istantanea, ossia alla morte cellulare della zona che vogliamo ridurre per permettere al paziente di poter urinare senza difficoltà.
L’efficacia del sistema Rezum è stata valutata con test mediante risonanza magnetica ed esame istologico post-trattamento. Entrambi i test hanno dimostrato che il sistema Rezum riesce a produrre necrosi nel tessuto cellulare mirato preservando al contempo il tessuto non trattato nell’area, poiché l’energia termica è contenuta entro i confini zonali della prostata. Questo permetterà di avere una riduzione media del volume totale della prostata a 6 mesi dall’intervento del 28,9%, ed un netto miglioramento dei disturbi del paziente.
L’intervento col Rezum è eseguibile in ambulatorio in anestesia locale.
Riassumendo possiamo sintetizzare i principali vantaggi del Rezum con:
- Intervento in anestesia locale
- Assenza di ricovero in quanto intervento ambulatoriale/day surgery
- Preservazione dell’eiaculazione
- Nessuna incidenza negativa sull’ambito sessuale
- Dimostrati benefici in termini di miglioramento di qualità di vita, flusso urinario
- Possibilità in futuro, se necessario, di procedere ad altro trattamento prostatico senza rischio di maggior incidenza di complicanze